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Mancanza e favore. PiГ№ in lГ  il Medioevo cristiano.

Mancanza e favore. PiГ№ in lГ  il Medioevo cristiano.

Supera i confini del Medioevo umano, con le sue le sue stravaganze, perversioni, fedi: un ieratico e inesperto cosicché lascia interrogativi sopra pezzo risolti dagli studiosi, in ritaglio vessati dall’interpretazione spietata dei nipoti cosicché per mezzo di ogni espediente, dalla lettere all’arte visiva, lo hanno esperto e bonificato.

Austeri, dediti al venerazione dei morti piГ№ affinchГ© dei vivi, tutti proiettati richiamo l’AldilГ : questa ГЁ, a causa di consuetudine, l’immagine tramandata dagli antichi egizi, e nessuno all’incirca sognerebbe di passare una buio d’amore come al opportunitГ  dei faraoni.

Ma sbaglierebbe, scopo studi recenti sull’eros egizio hanno svelato una oggettività tutt’altro che bacchettona.

Per gli egizi il sesso era l’atto piuttosto prestigioso dell’universo. Altro le teorie cosmogoniche elaborate dai sacerdoti di Eliopoli, l’autoerotismo del Creatore Aton-Ra diede partenza alla creato generando avanti Sciu (l’aria) e Tefnut (l’aria umida), dunque Gheb (la paese), mascolino, e Nut (il aria), femminino. La educazione del Nilo, infine, non periodo minimamente tutta incorporeo e astratta: i sudditi del faraone erano pragmatici e amanti della vita.

L’equivoco sul probabile altruismo egizio canto il genitali si deve al fatto perchГ© sono state trovate piГ№ tombe in quanto insediamenti, e perciГІ ci restano poche immagini espliciti di atti sessuali, verso brandello alcuni ostraka (cocci incisi) e alcune statuette. Al giorno d’oggi sappiamo che gli egizi non conoscevano il inibizione della nuditГ  ed erano maestri di contraccezione maschile e femminino, dall’altra parte in quanto di pozioni afrodisiache e ricette di faccia l’impotenza, modo quella descritta sul carta di Londra e Leida: “Prendi una esterioritГ  di acacia, tritura unitamente amabilitГ , ungitene il svista davanti di languire per mezzo di la donna”.

Una prova perché la sessualità egizia fosse vissuta francamente e senza contare sensi di fallo viene da una rinvenimento recente: l’immagine di una spogliarellista (appello “danzatrice della bellezza”) ritrovata all’interno del monumento funebre di ciascuno scriba esperto al età di Thutmosi IV (1397-1387 a.C.), nel santo chiesa di Luxor. Dimostra giacché appunto dunque età diffusa l’arte di spogliarsi attraverso un pubblico. Gli egittologi sottolineano di nuovo l’espressione usata nelle profferte d’amore: “Vieni, passiamo un’ora felice”, piuttosto bella e poetica del nostro “facciamo l’amore”!

Del avanzo, se le pitture nelle camposanto sono abitualmente caste, papiri e graffiti contengono alcuni dettagli pruriginosi. Dai quali si deduce il tipo osceno modello degli egizi. Successivo il carta Chester Beatty, aveva “seni pieni, occhi brillanti, bavero sottile, pelle perfetta, capelli colo lapislazzuli”. Graffiti scoperti per Deir-el-Bahri, nel paese lavoratore della Valle dei monarca, hanno piuttosto svelato che fosse la situazione preferita dai sudditi del faraone: quella “da dietro”, verosimilmente durante agio, dato che allora si giaceva riguardo a stuoie e non sui letti, inventati secoli alle spalle.

La prova definitiva delle disinibite abitudini egizie è tuttavia il detto giunco del Nilo satirico-erotico, risalente al 1100 a.C., e solo da pochi anni abbandonato al noto nel Museo Egizio di Torino. Forse commissionato da un milite d’altro classe, illustra le acrobazie sessuali di una prostituta e un agricolo mediante una dimora di piacere: lui spoglio e barbuto, per mezzo di l’enorme seguace cosicché spunta dal gonnellino, lei mediante una retrogrado e un apice di fango entro i capelli, immortalata nelle più scomode posizioni.

Il decifratore di geroglifici Jean-François Champollion, che lo vide precisamente nel 1824, ne fu scioccato: “Quelle immagini di vergogna mostruosa i diedero un’impressione molto particolare della assennatezza e decoro egizia”.

L’ipotesi che gli egizi adottassero pratiche perverse quali la pedofilia, necrofilia e zoofilia, è facilmente raccolto di una cattiva spiegazione di storie mitologiche. Sono invece ben documentati i rapporti incestuosi entro fratelli e sorelle in evo tolemaica (305-30 a.C.).

Anche una società disinibita come quella egizia aveva, nondimeno, i suoi inibizione: l’adulterio e l’omosessualità. Stando ai documenti giuridici del originale reame (1543-1078 a.C.), tradire il sposo comportava attraverso le donne la diminuzione dei diritti acquisiti insieme il unione e pene perché andavano dai lavori forzati al eliminazione di perspicacia e orecchie.

Freddini nell’eventualitГ  che non ostili contro le coppie lesbica, gli egizi ci hanno comunque tramandato la ancora antica paragone di duo gay maschile: Khnumhotep e Niankhkhnum, vissuti attorno al 2400 a.C. Ritratti di fianco, sono lato nella lato, atto nell’arte egizia di grande affezione.

Lo facevano stravagante, il loro incarico al dio. Nemmeno perpetue e tantomeno candide suore, le baccanti (perciГІ si chiamavano le sacerdotesse che componevano l’allegro approvazione del Altissimo Bacco, feticcio del vino e variante latina del Dioniso greco) popolavano senz’altro i sogni erotici degli antichi romani. PerГІ chi erano queste donne nella vitalitГ  concreto? GiacchГ© fatto succedeva nel corso di i loro rituali? E che esordio aveva questa tradizione?

Dati storici certi non ne esistono. “Sia durante Grecia come per Roma, la ricchezza dei rituali è grande, ma unito dobbiamo accontentarci di riferimenti velati o di rappresentazioni esagerate mediante ostile, a scopi polemici” spiega Diana Guarisco, storica delle religioni all’università di Bologna. Sopra effetti le baccanti, chiamate mènadi nel ambiente greco (dal greco mainomai “essere pazzo”), non escono giammai esagerazione pulite dalle pagine antiche.

Il vino scorreva eccessivo, che caricato età totale esso cosicché si svolgeva nei baccanali. Per assenza valevano, oppure dubbio valevano appunto attraverso ricevere corrente effetto, le raccomandazioni dello proprio Bacco-Dionisio durante una pantomima del ellenico Eubulo (IV secolo a.C.): “Alle persone di buon conoscenza io non preparo in quanto tre crateri (vasi in la osteria, n.d.r.): unito di salute, quegli perché bevono in originario, il successivo d’amore e di favore, il terza parte di riposo. Dopo aver bevuto il estraneo, quelli giacché sono saggi vanno a letto. Il turno di guardia bocca non lo conosco: appartiene all’insolenza; il quinto è carico di editto; il sesto trabocca di ingiustizia e di scherzi di abietto qualità; il settimo ha gli occhi persi; l’ottavo uscita guai; il nono è ira; il decimo la mania”.